Di Giuseppe: Fare chiarezza sugli elettori ultracentenari-defunti

Di Giuseppe: Fare chiarezza sugli elettori ultracentenari-defunti (che percepiscono pensioni Inps senza dimostrare l’esistenza in vita) – Il governo in pochi mesi, un passo dietro l’altro, sta affrontando gli annosi problemi dei cittadini residenti all’estero – Porta aperta a tutti i parlamentari disposti a condividere progetti senza esclusioni ideologiche –

Pubblichiamo un’intervista esclusiva all’on. Andrea Di Giuseppe (nella foto), parlamentare di Fratelli d’Italia, eletto nella circoscrizione Estero, ripartizione America Settentrionale e Centrale, sulle questioni che si riferiscono alle recenti elezioni legislative interessate da denunce di brogli e di pensioni Inps riscosse da un numero inverosimile di anziani ultracentenari. 

D.: Una nostra iniziale, sintetica scheda di presentazione su di Lei, imprenditore di successo, politico perspicace, avveduto, con esperienza di lungo corso.

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Quello che piace in Lei e viene particolarmente apprezzato nei confronti della sua persona, a quanto ci è stato dato rilevare, sta nella constatazione da parte di tutti che come affermato imprenditore non avrebbe bisogno della politica e che nonostante ciò si cimenta, con grande impegno in Parlamento ed al partito, solo per pura passione  e sincero desiderio di aiutare la nostra comunità all’estero. Comunità che peraltro vive e frequenta, giornalmente, risiedendo stabilmente all’estero negli Stati Uniti.

La Sua convincente denuncia circostanziata presentata a suo tempo alla Magistratura sulla possibile truffa compiuta all’estero ai danni dell’Inps, unitamente a quella sui contestuali brogli sul voto perpetrati oltre confine, in occasione delle ultime elezioni politiche italiane del settembre scorso, hanno inevitabilmente finito per suscitare grande interesse, vasta eco e tanto clamore.

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Ecco la prima domanda. Ha aggiornamenti e notizie più recenti con le quali informare i lettori sulle indagini svolte al riguardo dalla Procura di Roma e dalla Guardia di Finanza, incaricata espressamente delle verifiche dei nominativi dei tanti ultra-anziani inseriti nelle liste elettorali del voto all’estero?

R.: So che è in corso un’attività investigativa, ma non posso aggiungere altro a questa notizia. Le autorità preposte stanno investigando e saranno loro a informare sui risultati del loro lavoro. In ogni caso, anche se avessi informazioni non potrei diffonderle per non invalidare il lavoro di chi sta cercando di scoprire la verità.

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D.: Ci può spiegare il senso delle foto scattate con intenti promozionali, apparse non molto tempo addietro, su media nazionali ed esteri, di un noto esponente del suo partito, nominato in seguito ministro, certamente già a conoscenza dei suoi esposti e di quelli presentati dal suo collega senatore, responsabile del dipartimento per i rapporti con gli italiani nel mondo, in cui in modo molto sorprendente appare insieme ai due molto chiacchierati parlamentari, on. Tirelli e sen. Borghese, entrambi del MAIE-Movimento Associativo Italiani all’Estero, eletti in maniera poco chiara all’estero, secondo le tante denunce presentate?

R.: Non avendo riferimenti più precisi non posso fare nessun commento, tolto che da parte mia sarebbe scorretto fare congetture o avere presunzione di conoscenza su situazioni di cui non so niente. Per quanto riguarda la circoscrizione di riferimento dei due parlamentari del MAIE, so che c’è un esposto, depositato dai legali Massimo e Romolo Reboa per conto di Domenico Porpiglia, direttore della testata Gente d’Italia, riguardo la correttezza del voto in quella circoscrizione elettorale.

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D.: Dopo attenzioni e promesse fatte nel corso dell’ultima campagna elettorale, il segretario del suo partito e presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sembra essersi dimenticata del tutto degli italiani nel mondo e degli impegni presi con loro da lei e dal suo partito. Cosa, quest’ultima, che evidentemente spiazza, e non poco, immaginiamo, Lei e lo stesso responsabile all’interno del partito del Dipartimento, nato per coltivare i rapporti con la nostra gente stabilmente fuori dal paese.  Quale ritiene ne sia il motivo e cosa pensa si possa fare per recuperare la sua attenzione e quella del Partito verso la nostra gente nel mondo?

R.: Da settembre a dicembre, il Governo Meloni ha preso in considerazione una proposta di legge, della quale sono primo firmatario, per far riacquistare la cittadinanza a chi la perse nel 1992 e portato avanti misure per assumere nuovo personale nelle ambasciate e nei consolati, mettendo mano all’annosa questione delle risorse umane nelle strutture diplomatiche italiane. Inoltre, ho personalmente discusso davanti ai presidenti dei Com.It.Es e all’ambasciatrice italiana negli Stati Uniti della necessità di seguire una lista di priorità e di agire, con le risorse già disponibili alla Farnesina e senza ulteriori esborsi, per potenziare la rete consolare, lavorando sulla formazione e adeguando i salari del personale, al fine di essere più efficaci e fornire quei servizi che la comunità all’estero non ha mai avuto.

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Inoltre, a inizio gennaio, con l’approvazione di un Ordine del giorno a mia firma, il Governo si è impegnato a valutare la possibilità di apporre le opportune modifiche normative al fine di estendere l’esenzione dal pagamento dell’imposta municipale unica (IMU) prevista per il primo immobile, anche ai cittadini italiani regolarmente iscritti all’AIRE. Non mi sembrano iniziative di poco conto o carenze di attenzione. Più che di un Governo smemorato, dovremmo parlare di qualcuno che cerca di sminuirne o nasconderne il lavoro svolto seriamente per le nostre comunità.”

D.:  Le nomine del ministro e dei sottosegretari del ministero degli Esteri, dicastero importante per gli italiani nel mondo, non sembrano essere state molto apprezzate dalla nostra Comunità italiana nel mondo e vengono anzi ritenute una forma di grave disinteresse nei loro confronti. Cosa si può dire loro al riguardo che consenta, se non di azzerare, quanto meno di minimizzare questa loro brutta impressione?

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R.: Guardi, io non so chi dica o scriva queste cose né capisco perché, ripeto, visto quanto fatto in questi mesi, si parli di disinteresse verso la comunità italiana nel mondo. Ho grande rispetto per chi argomenta una posizione ma le impressioni, le cose dette tanto per dire qualcosa, lasciano il tempo che trovano; sarei interessato a parlare con chi fa certe affermazioni per capire dove si informi o i motivi reali dietro queste parole.  Il ministro Tajani è una figura di alto profilo con esperienze all’estero, prima da inviato di un quotidiano e poi come europarlamentare, vicepresidente della Commissione europea e presidente del parlamento europeo. Ha un curriculum di tutto rispetto. Non mi sembra sia l’ultimo arrivato a livello internazionale. Non crede anche lei?

D.: Si ha la sensazione all’esterno, che giochi politici all’interno di FdI, depotenzino o quanto meno non supportino, se non in misura minima, quando addirittura per nulla, le iniziative in corso d’opera e quelle programmate da voi parlamentari delegati dentro FdI. Progetti da voi ovviamente messi in campo per tentare di risolvere, sia pur parzialmente, i tanti problemi che affliggono i nostri connazionali nel mondo. È fondata tale sensazione o è solo un’impressione errata, del tutto mal interpretata dall’esterno?

R.; Una sensazione non è un fatto e questa in particolare mi sembra faccia rima con opposizione… Come le ho detto, io stesso, unico eletto di FDI all’estero, sto portando avanti una serie di progetti sostenuti non solo dal mio partito, ma da tutta la maggioranza. Non mi sento depotenziato né limitato nel mio lavoro, anzi sono sostenuto da tutto il centrodestra. Lasciamo stare le voci e guardiamo ai fatti, al concreto.

D.: Ci spiega perché, per beghe politiche e di competenze tra i dicasteri, non si corra una volta per tutte ai ripari con l’Aire, la disastrata Anagrafe che raccoglie malamente, con ritardo ed in maniera poco veritiera ed affidabile, i nominativi della nostra gente all’estero? Gli  esperti lamentano il fatto che sarebbe sufficiente l’approvazione di un apposito emendamento alla sua legge istitutiva per consentire ai consolati di verificare ed apportare modifiche ai nominativi, aggiornandoli in tempo reale e rendendo più funzionale e veritiera tale Anagrafe.

R.: Il Governo si è insediato da pochi mesi e non si può realisticamente pensare che risolva tutto e subito o che sia bloccato da presunte beghe: chi lo dice è in malafede. La maggioranza sta mettendo mano, una alla volta, a tante situazioni ereditate da altri e mai affrontate e i primi risultati si sono visti. Sono un imprenditore e sono abituato a lavorare in maniera professionale, attenendomi a progetti seri e ben studiati. Sono in contatto con i miei elettori, leggo e rispondo ai loro messaggi e capisco, da italiano che vive all’estero da 20 anni, i loro problemi e urgenze. Stiamo costruendo, per loro e con loro, un nuovo futuro. Ma le basi devono essere profonde e solide, non si può costruire sulla sabbia, bisogna dare un futuro certo alla nostra gente. Personalmente ascolterei chi fa un passo alla volta e non chi ha le soluzioni rapide in stile pasto istantaneo.

D.: Non ritiene che sia giunta l’ora di porre mano e risolvere, azzerandolo se possibile del tutto, il business truffaldino del rilascio della nostra cittadinanza ai tanti oriundi nel mondo, originale ed attuale strumento divenuto quest’ultimo, di furfantesco arricchimento per disonesti studi legali improvvisati, all’estero e in Italia, e per compiacenti patronati creati solo a tal fine? È opinione comune che basterebbe togliere questa incombenza ai consolati, divenuti al riguardo ormai semplici passacarte con compiti di esclusiva verifica delle traduzioni giurate, prima del successivo, definitivo invio del carteggio ai comuni di appartenenza, e centralizzarla nei due dicasteri tricolore, quello degli Esteri e dell’Interno, adeguando per tale compito il loro personale impiegatizio.

R.:DI situazioni ambigue ce ne sono moltissime e le ho segnalate tutte, a partire dalla mia campagna elettorale. Indubbiamente esistono strutture e arrivano richieste sulle quali bisognerebbe esercitare un maggiore controllo e scrematura. Come le ho detto poco fa, sono tra coloro che ha chiesto di formare il personale delle ambasciate e dei consolati per fare in modo che possa offrire il maggior numero di servizi possibili al pubblico e, ove necessario, fare opportune verifiche. Il primo passo è stato fatto.

D.: Quanto ancora occorrerà attendere, si chiede tutta l’opinione pubblica, per approntare definitivamente e con oculatezza una proposta di legge concordata tra i partiti che innovi il voto all’estero, affidandosi alla innovativa tecnologia digitale?

D.:  Mi piacerebbe concordare con lei sul fatto che sia tutta l’opinione pubblica a chiedere una riforma del voto all’estero. Purtroppo, non è così. Ho riscontrato un forte interesse nella politica e la gente si è abituata a non ricevere il plico elettorale. Da quando mi sono candidato ai Com.It.Es. ho insistito per un rinnovo delle piattaforme elettorali, per un controllo delle liste e per arrivare finalmente al voto elettronico. Prima di fare questo, però, credo sia necessario che l’indagine sugli elettori centenari-defunti e sulle liste dei votanti faccia chiarezza su quanto accade all’estero, in modo da punire eventuali reati, resettare il sistema e ripartire con un nuovo sistema di voto in un contesto inattaccabile.

D.: Quesito conclusivo. Essendo stato ridotto ai minimi termini, in maniera errata per opinione comune, il numero dei parlamentari eletti all’estero, non sarebbe il caso, pur con le differenti anime politiche in ognuno di voi, di stabilire rapporti continuativi tra tutti i rappresentati eletti provenienti dall’estero, per concertarvi adeguatamente e portare avanti iniziative condivise con più forza e fermezza in Parlamento?

R.: Nelle mie società, il lavoro di squadra è fondamentale. In un gruppo, però, ci deve essere la volontà di entrare, di mettersi al servizio della comunità: la porta è aperta a tutti. Questa domanda dovrebbe rivolgerla a chi si esclude dal dialogo, dal dibattito, dalla cooperazioni per motivi ideologici. Sono a contatto con molti Com.It.Es. sparsi per il mondo e raccolgo le loro richieste; per quanto mi riguarda, sono a disposizione per condividere idee e fare progetti con tutti i miei colleghi parlamentari.

Pier Francesco Corso