ITALIANI NEL MONDO
Patronati: aiuto retribuito per il riconoscimento di cittadinanza
di Redazione -30 Gennaio 2023 – 20:44
Patronati: aiuto retribuito, al suono di samba e tango, per il riconoscimento di cittadinanza –
I patronati dei lavoratori, organizzazioni d’esclusiva nascita e ispirazione sindacali, hanno rappresentato, per molto tempo, una vera e propria fonte di finanziamento occulta per le organizzazioni nate a tutela dei lavoratori.
Accortasi la politica, dopo diverso tempo, dello strumento di autofinanziamento mascherato, sempre, peraltro, come di consueto, con oculato, consistente ritardo, la sovvenzione ai sindacati da occulta divenne palese, venendo successivamente avvedutamente regolamentata, con il dispiacere e l’opposizione in Parlamento di una precisa parte politica. Quella che, sino ad allora, indirettamente, mediante lubrificati appositi vasi comunicanti, già se ne era abbondantemente giovata anch’essa sotto l’appetibile profilo economico.
Una fonte di ispirazione, quindi, quella dei patronati, per quanti fossero intenzionati a fare denaro, con la scusa dell’aiuto ai lavoratori, a spese dello Stato e della collettività.
Lecito, quindi, quando la loro nascita, ovunque sia annunciata, in Italia o nel mondo, viene trionfalmente sbandierata, in quanto a loro dire unicamente indirizzata a fornire valido ausilio a quanti lavorano nel paese dove il patronato inizierà la sua attività, lecito, lo ripetiamo, risulta essere assaliti da qualche dubbio sulle finalità della sua apertura e sull’andamento corretto della sua gestione.
Per rimanere sul concreto, ad esempio, quelli già nati da poco in Sudamerica ed i successivi annunciati, prossimi ad essere varati, ci lasciano sempre piuttosto interdetti, considerata la situazione di difficoltà e di turlupinature da tempo sviluppatisi in questa parte del mondo.
I raggiri delle compravendite dei turni di appuntamenti, ad esempio, relativi ai poco ospitali ed inefficienti consolati d’Italia sparsi nel paese, unitamente agli imbrogli compiuti dai tanti studi legali improvvisati, creati tempestivamente per l’occasione con il solo intento di turlupinare i nostri residenti oriundi meno abbienti, finiscono per dar inevitabilmente vita e consistenza ad un bacino di utenti particolarmente vasto da poter trattare. Un importante serbatoio di persone cui poter dare ausilio con efficacia liberalmente o, in alternativa, e aggiungiamo purtroppo, anche da utilizzare come fonte di approvvigionamento economica per il costituendo o già operativo patronato approntato.
Ed è proprio questo l’evento che sempre ci crea apprensione in tali circostanze e che si configura proprio nell’eventualità del realizzarsi della seconda ipotesi in precedenza ventilata.
Ma per valutare meglio la situazione e comprendere la validità della nascita di tanti patronati in un arco temporale così ristretto, analizziamo con attenzione questo organismo associativo di natura sindacale e verifichiamo a fondo le sue peculiarità, valutando con oculatezza i suoi strumenti di ausilio alla gente, posti loro a disposizione dalla legge.
I patronati sono Enti di diritto privato, gestiti da Confederazioni e Associazioni nazionali di lavoratori che annoverano nei propri statuti finalità assistenziali, inquadrate nella tradizionale funzione di fornire ausilio ai lavoratori svolta espressamente dalle organizzazioni sindacali.
Il sistema normativo che disciplina gli Istituti di patronato e di assistenza sociale si fonda sulla legge 30 marzo 2001, n. 152 e sul successivo Decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali del 10 ottobre 2008.
L’Ente-Patronato ha la particolare peculiarità di offrire servizi di consulenza, assistenza e tutela in favore dei lavoratori dipendenti e autonomi, dei pensionati, dei singoli cittadini italiani, stranieri e apolidi presenti nel territorio dello Stato, per il conseguimento in Italia e all’estero delle sole prestazioni di qualsiasi genere in materia di sicurezza sociale, di immigrazione e emigrazione.
Tale organismo nasce principalmente come ente senza scopo di lucro. Ed è proprio in ragione di ciò, che i servizi di assistenza, informazione e tutela, offerti a lavoratori, pensionati e cittadini, risultano del tutto gratuiti, essendo finanziati dallo Stato con i contributi previdenziali dei lavoratori versati all’Inps.
Quindi, per quanto verificato, questi i due i punti salienti che caratterizzano gli enti di patronato: la gratuità delle prestazioni assistenziali e un ben specifico campo di competenza, limitato unicamente alla previdenza ed al lavoro.
Di qui l’esigenza, per tali enti, di dare vita al loro interno ai CAF, centri di assistenza fiscale, inizialmente limitati allo svolgimento delle connesse pratiche fiscali, ma ormai divenuti vere e proprie agenzie di svolgimento pratiche conto terzi, in grado di consentire loro di fuoriuscire dall’angusto perimetro delle competenze imposto dalla legge limitato a previdenza e lavoro.
Tutto ciò premesso, esaminiamo ora il comunicato stampa, divulgato con toni trionfalistici, sul costituendo patronato Feder.Casa in Argentina che, testualmente indicando i servizi forniti, scrive così al riguardo: “Lo sportello (segue la città argentina di riferimento) supporterà i cittadini nell’assistenza legale e traduzione giurata, nella consulenza Inps, nei permessi di lavoro e pratiche per il riconoscimento della cittadinanza, nel supporto in fase di apertura di imprese import-export, nel disbrigo di pratiche…. e molto altro”.
Come dice il noto detto slang “piatto ricco, mi ci ficco!”, anche questo secondo patronato certifica i suoi propositi di “ficcarsi”, mani e piedi completi, nel lucroso mercato delle pratiche di riconoscimento di cittadinanza, “in aiuto”, così fa intendere, della sovraffollata schiera degli oriundi residenti nel paese.
Il circuito di studi legali per la trattazione delle pratiche di riconoscimento della cittadinanza, già in attività nei diversi Comuni nostrani, creato ed operante in tutta Italia, come evidenziato nel precedente articolo del nostro giornale, non fa presagire nulla di buono. Solo un pingue fatturato, a nostro avviso poco consono e legale, per l’avvenuto sconfinamento dai limiti degli ambiti di competenza previsti, imposti per legge all’Ente sindacale in argomento.
Spiace, in ogni caso, constatare come all’estero si studino strumenti di dubbia legalità e per di più di scarsa immagine, legalità probabilmente aggirata dall’attività svolta al loro interno dal CAF appositamente costituito, per accaparrare voti ed il relativo non occulto finanziamento. Ciò, oltre tutto, con la forse inconsapevole collaborazione di noti esponenti nel paese, rappresentanti e militanti in un importante partito politico, appartenente in Italia alla maggioranza di Governo.
Occhio alla vigilanza sugli istituti di patronato svolta dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali! Su segnalazione di qualsiasi provenienza, la vigilanza viene attivata ed inviata in missione ispettiva anche all’estero.
Pier Francesco Corso
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