Voto estero, il parlamento non risponde ai ricorsi dei candidati

di Redazione – 06 Maggio 2023 – 19:49

FABIO PORTA

    Ascolta questo articolo ora…

    Voto estero, il parlamento non risponde ai ricorsi dei candidati –

    Quello che piace ai nostri connazionali residenti all’estero è il tempismo e soprattutto la correttezza istituzionale dei nostri parlamentari di Camera e Senato. In particolare, quelli che “apprezzano” di più sono i vertici dei loro organi collegiali permanenti (Giunta delle Elezioni) di entrambi i rami del Parlamento, organi considerati e ritenuti tra i più importanti, in quanto designati al controllo del corretto funzionamento delle due Camere.

    La particolarità del loro compito, secondo quanto previsto espressamente dalla vigente normativa, è quella di essere preposto alla verifica della regolarità delle elezioni di ogni deputato, ed anche a quello, non meno rilevante, di accertare l’autonomia del Parlamento rispetto agli altri poteri dello Stato.

    Nelle mille e più mail giunte al giornale dalla nostra Comunità italiana residente oltre confine, dopo il nostro recente articolo pubblicato sull’interrogazione alla Camera rivolta al Governo dell’on. Fabio Porta (nella foto), parlamentare del PD, sui brogli compiuti all’estero nelle ultime elezioni di settembre dello scorso anno, i mittenti si domandano perplessi e ci invitano con forza ad informarci sul punto a cui siano giunte le indagini dei due Organi del Parlamento. A quale cosa di rilevante, in particolare, si siano dedicati sinora e su quale rilevante aspetto particolare dei brogli si siano già attivati e continuino attualmente ad occuparsi. Ciò, a distanza ormai di oltre 7 mesi ad oggi dalle elezioni politiche italiane, sul tema delle truffe elettorali in tema di votazioni politiche all’estero, rivolgendoci ai loro due presidenti, guarda caso entrambi del PD, l’on. Federico Fornaro per la Giunta della Camera e il sen. Dario Franceschini per quella del Senato.

    Giustamente, nelle loro missive i nostri interlocutori all’estero ci evidenziano e si chiedono a cosa servano per davvero questi Organi, oltre ad apparecchiare poltrone di prestigio e pingui emolumenti ai loro componenti. E se non sia la loro attività svolta, quella descritta e prevista espressamente per legge, una vera e propria presa per i fondelli nei confronti delle comunità italiane residenti all’estero se si continua ancora, come sempre purtroppo già da tempo accaduto sino ad ora, ad entrare, addirittura sempre che ciò avvenga, nel merito dei brogli elettorali denunciati, solamente a fine legislatura? Non ottemperando così, in tal modo, continuano a chiedersi al riguardo, neanche minimamente e per di più anche sin troppo platealmente, ai loro obblighi istituzionali di verifica di regolarità delle avvenute elezioni?

    Risibile, pretestuosa e di pura esteriorità, appare loro l’interrogazione rivolta al Governo dal parlamentare piddino, quando sarebbe stato più semplice per lui rivolgersi ai due vertici degli Organi del suo stesso partito, per conoscere lo stato dell’arte su quanto in argomento. Delle due l’una, continuano a domandarsi i nostri italiani oltre confine, o i vertici piddini dei due Organi collegiali sono sottoposti o subordinati nello svolgimento della loro attività ad input specifici concordati preventivamente e per via politica con il Governo, non potendo in tal modo muoversi in piena autonomia, o recitano in un gioco delle parti, di pura esteriorità ed apparenza, realizzato tra i vertici dei due Organi ed il parlamentare interrogante, senza la minima intenzione di affrontare e di risolvere lo scandalo elettorale denunciato.

    Le due Giunte sono organismi che praticano l’autodichia, cioè la facoltà, di  cui godono alcuni organi costituzionali (Parlamento e Senato inclusi), di giudicare e decidere al loro interno, autonomamente ed in deroga al principio di separazione dei poteri, i ricorsi avanzati dai propri dipendenti. Esposti presentati nel nostro caso, nei confronti degli atti di amministrazione emessi dagli organi stessi, Camera e Senato, con le nomine effettuate di deputati e senatori risultati eletti.

    Per quanto riguarda poi l’assegnazione delle due presidenze dei due Organi a parlamentari dello stesso partito, il PD, trattandosi di strutture di garanzia, è usuale attribuire all’opposizione, in questo caso al PD, la rappresentanza degli organi. La casuale concomitanza poi della presidenza in ambedue le Giunte di esponenti dello stesso partito all’opposizione, deriva certamente, non solo dai regolamenti interni di Camera e Senato, ma anche da una valutazione di opportunità e di confronto rivolta a tutti i partiti.

    E dire, terminano chiedendosi con stupore nelle loro mail, che l’eventuale, conseguente risultato conclusivo della loro attività di Organi collegiali, determinerebbe la possibile revoca della elezione di eletti appartenenti alla maggioranza di Governo.

    Per dare serietà a elezioni politiche ancora piuttosto appannate, si domandano infine se non sarebbe il caso di introdurre la previsione, nelle modalità previste dalla legislazione occorrente, d’introdurre una previsione regolamentare di ragionevole tempistica per l’esame delle aberranti e antidemocratiche truffe compiute in occasione di elezioni politiche nel nostro Paese?

    È quanto si chiedono tutti, noi compresi. Abbiamo chiesto, formalmente, ai presidenti dei due organi collegiali del nostro Parlamento, notizie ed una loro dichiarazione, sui temi precisati in precedenza, rivolta ai nostri tanti connazionali residenti all’estero.

    Attendiamo fiduciosi, ben sapendo che, nel nostro delizioso paese, chi vive di speranza il più delle volte muore disperato. Speriamo, nel nostro caso ed in quello dei nostri emigrati postulanti via mail, non sia così.

    Pier Francesco Corso