Voto all’estero, inchiesta della procura su brogli e truffe all’Inps

Voto all’estero, inchiesta della procura di Roma su brogli e truffe all’Inps – I voti di troppi ultracentenari che, in più, percepiscono una pensione senza dimostrare l’esistenza in vita –

Nubi fosche, sempre più scure, continuano “spiegabilmente” ad addensarsi sui nostri parlamentari eletti dalla Comunità italiana residente all’estero.

Questo ciclone atmosferico era stato preannunciato già dal mese di settembre dello scorso anno, dai tanti meteorologi denunzianti il maltempo elettorale a causa dei tanti brogli del voto riscontrati ed accuratamente segnalati con tempestività alle autorità competenti, nell’ultima tornata di elezioni politiche italiane effettuate all’estero.

Finalmente, si sottolinea ad alta voce da più parti, in Italia ed in particolare nelle nazioni sudamericane, quelle in particolare maggiormente colpite dalle truffe elettorali, peraltro poco magistralmente compiute.

E con il ritardo che le è proprio e che da molto tempo la contraddistingue, non fornendole ovviamente la migliore immagine, la Giustizia nostrana, tramite la Procura di Roma, ha aperto un apposito fascicolo contro ignoti, battendo sul tempo la ancora più ritardataria e benevolmente considerata come “distratta” Giunta delle Elezioni, già insediata nei due rami del Parlamento.

Dove in tanti avevano già fallito con i loro esposti e denunce, accuratamente circostanziate e presentate a tutte le autorità competenti, onore al merito va dato alla lungimirante denuncia presentata da un singolo parlamentare, l’on. Andrea Di Giuseppe di FdI (parlamentare di rilievo del presidente Meloni, che da Miami ha concesso una sua intervista per primi al nostro giornale, intervista che domani pubblicheremo). Riconoscimento di raffinata perspicacia all’allora capolista alla Camera, nella ripartizione America Settentrionale e Centrale, per aver sollecitato definitivamente l’attenzione dei giudici, sottolineando loro la possibile frode compiuta all’estero sui rovinosi conti dell’Inps, avvenuta contestualmente al truffaldino esercizio del voto a danno anche dei nostri connazionali nel mondo.

Il parlamentare di Fratelli d’Italia, quale candidato alle elezioni italiane all’estero per il partito d’appartenenza, aveva chiesto a suo tempo gli elenchi degli elettori scoprendo, nel controllarli, che su 437.802 nominativi, 55.490 erano tra i 70 ed i 79 anni, 45.441 tra gli 80 e gli 89 anni, 21.427 fino a 98 anni e 2.218 con più di 99 anni. Dati straordinariamente assurdi quelli rilevati dall’allora candidato elettorale, oltretutto se comparati all’attuale numero complessivo dei centenari italiani rilevati, consistente in 17mila unità su quasi sessanta milioni di persone.

E ora, grazie alla Procura di Roma, lo scandalo dei brogli all’estero rischia di far riscrivere il verdetto sui parlamentari eletti e di far scoppiare un vero cataclisma nei conti economici dell’Inps.

La Guardia di Finanza di Roma, attivata dalla Procura della Capitale, ha già iniziato a spulciare ed a passare letteralmente al setaccio l’elenco degli italiani residenti all’estero. Quegli elenchi incredibilmente pieni di novantenni, centenari e ultracentenari, forniti doverosamente, ma senza alcun controllo effettuato mai su di essi, dall’Aire-Anagrafe degli Italiani nel Mondo, dai ministeri dell’Interno e degli Esteri, sui quali verrà effettuata una capillare verifica dei nominativi registrati, estendendo l’ispezione su di essi addirittura nei rispettivi comuni di residenza.

In considerazione di quanto premesso, finisce per destare sospetti il fatto che il partito di sinistra più importante nel paese, sia riuscito a portare in Parlamento sette eletti, tra deputati e senatori, sui dodici seggi in totale spettanti ai candidati esteri eletti dagli italiani nel mondo.

Ma ciò che ha attirato maggiormente l’attenzione dei giudici è sicuramente la circostanza che da molto tempo ci sia stata gente che abbia incassato gli assegni dell’Inps, a danno del nostro massimo ente previdenziale e dello stesso Erario, oltre tutto votando illecitamente e falsando per di più le elezioni all’estero.

Si parla, al riguardo, di 260mila assegni spediti all’estero, che sono costati e costano 1,4 miliardi di euro all’anno al nostro già disastrato Ente pubblico ed allo stesso Stato.

Irritante e preoccupante, per quanto evidenziato, l’atteggiamento tenuto nella circostanza dall’allora direttore generale del Dipartimento per gli italiani all’estero, Luigi Maria Vignali, che assicurando a tutti i partiti richiedenti che le liste dei votanti nel mondo erano perfettamente regolari, di fatto, con la sua indifferenza e trascuratezza, ha contribuito a falsare l’andamento delle ultime elezioni di settembre scorso. Se i magistrati dovessero decidere che di truffa si è trattato e si fosse costretti a ripetere le elezioni all’estero, il danno economico determinato a carico della collettività andrebbe ragionevolmente addossato anche agli alti dirigenti dell’amministrazione dello Stato, per la loro trascuratezza nell’assolvere i doveri loro imposti come dirigenti pubblici. Soprattutto a quei vertici della PA che non sono in grado di assolvere con impegno e professionalità ai loro importanti obblighi pubblici, perché occupati forse a fare passerella all’aeroporto della Capitale all’arrivo dei plichi elettorali transitanti per lo spoglio.

Molte le altre denunce presentate alle autorità competenti, con tante prove e le più variegate motivazioni. Tra esse, una in  particolare in risalto sui media, dove ci si domanda ragionevolmente, rivolgendosi unicamente alla magistratura, se l’appropriazione indebita di schede elettorali e il loro illecito trafugamento non costituisca, a tutti gli effetti, una vera e propria frode, con il preciso intento di alterare le votazioni nella Circoscrizione Estero.

Gli italiani nel mondo attendono molto curiosi l’esito delle indagini della Procura romana e si considererà fondata l’ipotesi dei brogli elettorali e della truffa a carico dell’Inps, chiedendosi con quale fattispecie di reato si procederà, verso quali soggetti e se la fondatezza del reato comporterà l’obbligo di ripetere le elezioni all’estero, annullando tutte le nomine degli eletti all’estero già in Parlamento.

Gli italiani nel mondo non meritano altre delusioni.

Pier Francesco Corso